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IL CAVALIER DI SPIRITO 317
Flavio. No Conte, non pretendo altra soddisfazione

Da voi, se non che pongasi lo sdegno in oblivione.
Son soddisfatto appieno da ciò che voi diceste,
Conosco il vostro zelo, le vostre mire oneste.
Se dell’insulto fattovi bramate una vendetta,
A me col ferro in pugno rispondere s’aspetta.
Verrò, se il pretendete, per obbligo al cimento,
Ma giuro che di voi son pago e son contento.
Conte. Se parvi ch’io non meriti di essere mal trattato,
La vostra confessione mi basta, e son calmato.
Son pronto, se bisogna, ad ogni fier cimento,
Ma battermi non godo per bel divertimento.
Dunque restiamo amici, col più costante impegno
Che sia dai nostri petti scacciato ogni disdegno.
Flavio. Con voi, sì, lo prometto. Non colla donna ingrata.
Conte. Ditemi il ver, l’amate?
Flavio.   Sa il ciel quanto l’ho amata!
Conte. Ed ora?
Flavio.   Ed or l’amore s’è in odio convertito.
Conte. Perchè?
Flavio. Perchè la cruda mi offese, e mi ha schernito.
Conte. Se donna fedelissima trovar vi lusingate
Senza difetto alcuno, amico, v’ingannate.
Prender conviene al mondo quel che si può, e star cheto.
Sposando donna Florida, potete viver quieto:
Un po’ di debolezza in lei s’annida, il veggio,
Ma trovereste alfine in altre ancor di peggio.
Ella volea lasciarvi, temendovi imperfetto;
Quant’altre fan lo stesso con vago giovinetto?
Alfin non è sposata, con lei non siete unito;
Quant’altre non si trovano, che lasciano il marito?
Non dico che l’esempio di pessime persone
Nei loro mancamenti giustifichi le buone,
Ma vi conforto ad essere lieto nel vostro cuore,
Ch’è alfin la vostra sposa del numero migliore.