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IL CAVALIER DI SPIRITO 291
Sperate che la guerra vi liberi da lui.

È egli vero?
Florida.   Nemmeno. Crudel tanto non sono.
Finor voi non avete d’indovinare il dono.
Conte. Potreste la sua vita bramar per onestà,
Ma ch’egli vi lasciasse per altro in libertà.
Florida. Libertà di qual sorte?
Conte.   Principio a indovinar.
La libertà che mirasi nel mondo a praticar.
Florida. Trattar con mille oggetti parmi una noia, un duolo.
Conte. Dunque la libertade di frequentar un solo.
Florida. Questi chi esser dovrebbe?
Conte.   Piano, signora mia,
Principio a insuperbirmi di buona astrologia.
Trovata la ragione che vi martella il petto,
Può esser che indovini ancor qual sia l’oggetto.
Veduto ho qui d’intorno certo don Claudio.
Florida.   È vero.
Conte. Sarebbe egli l’amico?
Florida.   No, nemmen per pensiero.
Conte. Dir convien, che lasciato l’abbiate alla città,
A villeggiar venuta per zelo d’onestà.
Florida. Alla città non evvi quel tal che vi credete.
Conte. Essere vi dee certo. Signora, ove l’avete?
Florida. S’io spiegarvi dovessi il nome del soggetto,
Sareste, signor Conte, astrologo imperfetto.
Conte. Scoprir una passione poss’io, ma mi confondo
A indovinar un nome fra tanti nomi al mondo.
Ditemi almen la patria.
Florida.   Più di così non dico.
Conte. Vedo per questa parte difficile l’intrico.
Abbandoniamo il nome, qualunque sia l’oggetto:
Parliamo del rimedio al mal che avete in petto.
L’alfier com’è geloso?
Florida.   Nol so, non lo provai.