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A SUA ECCELLENZA

IL SIGNOR MARCHESE

FRANCESCO ALBERGATI

CAPACELLI

SENATORE DI BOLOGNA.


N

ON creda già, veneratissimo Signor Marchese, ch’io voglia caricarla di Dediche1, per maggiormente impegnarla a proteggermi. S’io pensassi in tal modo, mostrerei di non conoscere la bontà che l’E. V. ha per me, e meriterei di perderla piuttosto che d’aumentarla. Ella ha già bastantemente onorato la raccolta delle opere mie col suo nome in fronte alla Serva Amorosa; ne ha aggradita l’offerta, e mille prove mi ha dato del suo umanissimo aggradimento. Non contenta di avere liberalmente trattato da Cavaliere, da Protettore, da Mecenate, degnasi ancora, qual uomo di lettere, abbassarsi a dedicarmi una sua traduzione2, cosa che mi farà passare ne’ posteri per uomo di qualche vaglia, che meritasse la confidenza di un Cavaliere si dotto e sì rispettabile. Aspetto, confesso il vero, aspetto con impazienza questo Tomo di Tragedie Francesi, da Lei e dal valoroso Sig. Agostino Paradisi, Cavaliere Reggiano, tradotte3non solo per la vanità, solleticata dall’amor proprio, ma ancora per il ben comune della vostra Patria, che sarà in questo genere di componimenti arricchita.

  1. La presente lettera, con la quale il Goldoni dedicava al marchese Albergati il t. X dell’ed. Pitteri, uscì nel principio del 1764: vedansi lettere private allo stesso, in data 10 genn. e 18 febbr., da Parigi (Lettere di C. G. per cura di E. Masi, Bologna, 1880, pp. 236 e 240). Il commediografo veneziano aveva già dedicato all’Albergati la commedia la Serva amorosa nel 1753 (v. vol. VIII della presente ed.).
  2. L’Ifigenia di Racine: vedasi vol. VIII, pp. 307-8.
  3. Scelta di alcune eccellenti tragedie francesi tradotte in verso sciolto italiano, Liegi [Modena], 1764, vol. 2.