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LA PUPILLA | 231 |
SCENA II.
Placida sola.
Certo mi pentirei d’aver sì subito
Data parola di sposare Orazio;
Che oltre lo stato ancor forse più comodo
Che avrei con esso, mi saria dolcissimo
Aver compagno chi d’amore accesemi.
Ma le belle speranze esser potrebbono
Castelli in aria, o spacciate favole.
SCENA III.
Orazio, Placida.
Dove il mio cuore in bella spoglia annidasi?
Placida. Parmi che amor dovrebbe più sollecito
Avervi reso: color che ben amano,
Soffrono a stento di lontano vivere
Dalla sua fiamma.
Orazio. Ma per lo contrario,
In casa d’altri i costumati temono
Esser cagione di soverchio tedio.
Se messer Luca non ha di che opponere
Al desiderio che mi sprona e accelera1,
Oggi le nozze fra di noi potrebbono
Esser concluse.
Placida. Messere, io m’immagino,
Lascierà che da voi s’abbia a disponere
Il tempo e il loco.
Orazio. Per me son prontissimo
Anche ora, se il vuol, la mano a porgere
- ↑ Edd. Savioli, Pasquali, Zatta e altre: lacera.