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Ventiquattro sono elleno fino al presente giorno, e sedici Drammi Buffi per musica. Due anni or sono, ebbi una malattia di parecchi mesi1, e questa mi ha sconcertato moltissimo. Molti piccioli viaggi ho dovuto intraprendere in questo tempo, ho la Famiglia da governare, e quantunque dal mio matrimonio non abbia avuto Figliuoli, due me ne ha regalati il Signor Tenente mio Fratello2, un maschio ed una femmina, verso i quali l’amor di sangue, e l’onestà e gli umani rispetti mi costringono a far le veci di Padre. Ho tutte le settimane un carteggio di lettere voluminoso, pesante. Vuole il rispetto, la gratitudine, l’amicizia, che mi renda visibile ai Protettori, agli Amici, e vuole poi la natura umana, la discrezione, e la salute medesima, che qualche fiata io pensi a sollevare lo spirito con qualche piacevole passatempo. Ecco tutto quello ch’io posso dire per mia scusa, e per ottenere un generoso perdono. Se questo lo dovessi chiedere al pubblico, difficilmente mi lusingherei di ottenerlo, ma chiedendolo ai miei Associati, lo chiedo ad amici, che non me lo sapranno negare. Con quelli che non sono associati miei, ma di altre edizioni, suppliranno per me i respettivi Editori, a’ quali mi raccomando far note le mie umili scuse. Volgomi a tal fine al Signor Giuseppe Bettinelli, onorarissimo Librajo Veneziano all’insegna del Secolo delle Lettere. Egli fu il primo a pubblicar colle stampe le mie Commedie, e sarebbe stato l’unico per conto mio, se una congerie di fatti, pur troppo noti, non mi avesse condotto a portare altrove la mia edizione3. Ora, lodato il cielo, le mie Commedie esciranno da’ torchi suoi secondo il mio desiderio, e potrà provvedere quei che le bramano, giacchè della edizione mia Fiorentina non me n’è rimasto verun esemplare. Anche il Signor4 Gavelli di Pesaro le darà complete, non potendo io così dire delle altre edizioni.

Supplito, per quanto ho potuto, all’obbligo mio verso chi poteva essere disgustato di me, passo ora a dir qualche cosa della

  1. Allude alla malattia nervosa che nel 1754 lo colpi a Modena e a Milano.
  2. Mémoires, II, ch. XXII.
  3. Mémoires, II, ch. XVII - Della edizione abusiva del Bettinelli si era lagnato molte volte il Goldoni nelle prefazioni alle commedie dell’edizione Paperini, ma specialmente nel Manifesto dell’edizione stessa, pubblicato a Firenze nella primavera del 1753.
  4. Allude l’autore a quelle di Bologna e di Napoli. Nel ’56 fu anche iniziata la prima edizione di Torino.