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di spirito, come Voi siete, mi provvedono alla giornata. Voi siete una perfetta conoscitrice del buono e del cattivo del nostro Secolo, sapete assai bene filosofare sul cuore umano, levar la maschera alle passioni, e rendere buona giustizia all’amore per la Virtù. I scelti libri che voi leggete, vi pongono in grado di far dei confronti, di coltivare le buone massime e di parlarne con fondamento, ed io che cerco sempre nell’esercizio mio di erudirmi, trovo ne’ vostri succosi ragionamenti e l’erudizione e il diletto. La Virtù per se stessa rappresenta agli uomini un’imagine austera, ond’è che dalla maggior parte si sfugge di seguitarla, ma in Voi vestita da tante dolci attrattive, ed in sì bella spoglia rinchiusa, alletta gli animi a rintracciarla, e dolcemente li sforza a tributarle gli omaggi. Voi meritate di essere per tutto ciò riverita ed amata, ma permettete ch’io dica, che legami a Voi strettamente, e assai più, l’amor proprio. Sentirmi da Voi lodato, veder le opere mie da Voi, saggia, virtuosa Donna, approvate, sentirmi dire da una sì preziosa bocca: sei bravo, mi solleva dal basso della disistima che ho di me stesso, e mi lusinga di essere qualche cosa di più. Sarebbe ella codesta un’illusione al mio spirito, prodotta unicamente dalla vostra bontà? No, non lo credo. So che siete nemica dell’adulazione. Crederommi io dunque degno delle vostre lodi? Non posso farlo in buona coscienza. Come dunque conciliare si può il mio demerito colla sincerità delle vostre espressioni? Non altrimenti crederei di poterlo fare, se non che giudicando per ventura introdotta nell’animo vostro una favorevole prevenzione a vantaggio mio, in grazia forse dell’amico nostro Comante, che a Voi mi vuole raccomandato, in grazia dell’Arcadica Fratellanza, e per l’amore della virtù ch’io coltivo, e che Voi volete animarmi a perfezionare. Qualunque sia la cagione che a mio vantaggio vi muove, conosco il bene che me ne deriva, e ve ne sono, e ve ne sarò sempre grato. In segno della rispettosa mia gratitudine vi offro, nobilissima Pastorella, un frutto delle mie campagne d’Arcadia. Ei sarà forse men saporito degli altri miei, che avete in pubblico o dalle Scene, o dalle stampe gustati, ma almeno ha il merito delle primizie. Non fu veduto, non fu toccato da altri; Voi siete