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LA DONNA SOLA | 169 |
È quello, compatitemi, per cui ridicol siete.
Perchè un uomo del mondo vuol fare il letterato,
Sapendo appena leggere, e senza aver studiato?
Spropositi si dicono che fanno inorridire.
E voi, caro don Pippo, (lasciatevelo dire)
Voi dite all’impazzata quel che vi viene in bocca
Cosa non proponete che non sia falsa e sciocca.
Vi parlo con amore, qual foste un mio germano;
Spero lo aggradirete, e non lo spero invano.
Quando che non si sa, non si favella audace;
Insegna la prudenza, se non si sa, si tace.
E l’uomo che tacendo si mostra contenuto,
Spesse volte sapiente nei circoli è creduto.
Spesso da me venite, ragioneremo insieme,
Procurerò insegnarvi quel che saper vi preme.
Vo’ che facciate al mondo una miglior figura,
Che abbandoniate affatto ogni caricatura.
E spero in poco tempo, se abbaderete a me,
Che in voi ritroverete il Libro del perchè.
Pippo. Sono restato estatico. La stento a mandar giù.
Berenice. E questo è uno sproposito.
Pippo. Non parlerò mai più.
Berenice. Anzi vo’ che parliate, ma con debite forme.
Andate don Agapito a risvegliar, che dorme.
Poscia con lui tornate; ho da parlar sul serio,
E di essere ascoltata da tutti ho desiderio.
Pippo. Anderò a risvegliare... si può dire amicorum?
Berenice. Ecco un altro sproposito.
Pippo. Tacerò in saeculorum. (parte)
SCENA IV.
Donna Berenice.
I pensier, le parole regolerà in avante.