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160 | ATTO QUARTO |
Berenice. Trattar mi converrebbe il vostro parentado,
E dicon, perdonate, sian gente di contado;
E i cavalieri istessi che or vengono a onorarmi,
Avrebbono in tal caso riguardo a praticarmi.
Lucio. Mi date del villano così placidamente.
Berenice. Eh via, zitto, don Lucio, che nessun non ci sente.
Lucio. Ma se vo’ maritarmi, non l’ho da far per voi?1
Berenice. Aspetto a questo passo di rispondervi poi.
È un articolo questo, che voi sol non impegna.
Darò a ognun la risposta che la ragion m’insegna.
Lucio. Datela dunque.
Berenice. E presto.
Lucio. Quando l’avrò?
Berenice. Sta sera.
Lucio. Siete una donna accorta.
Berenice. Ma però son sincera.
SCENA XIII.
Filippino e detti.
Berenice. Fallo aspettare un poco.
(Filippino parte)
Non è ben che vi trovi per ora in questo loco.
(a don Lucio)
Lucio. Perchè?
Berenice. Bella domanda! siete nemici ancora.
Quando gli avrò parlato, vi vederete allora.
Oggi l’impegno è mio di far tutti felici.
In casa mia vi voglio tutti fratelli e amici.
E d’essere tenuta da tutti io goderò
Per sorella amorosa.
- ↑ Ed. Zatta: con voi?