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LA DONNA SOLA | 131 |
SCENA VII.
Filippino e detti.
Berenice. Venga pure, è padrone.
Filippino. Senta (dice che brama parlar da solo a sola).
(piano a Berenice)
Berenice. (Digli che aspetti un poco). (piano a Filippino)
Filippino. Subito lo consola.
(da sè, indi parte)
Berenice. Vedeste il mio giardino? (a don Pippo)
Pippo. Non credo, non mi pare.
Berenice. Fino all’ora del pranzo andate a passeggiare.
Vedrete, vel protesto, un vago giardinetto.
Pippo. Eh, di queste freddure io non me ne diletto.
Berenice. Ho dei fiori, ho dei frutti; fate quel ch’io vi dico.
Pippo. E dei fiori e dei frutti non me n’importa un fico.
Berenice. Fatevi dar un libro di là, dal cameriere.
Pippo. Non vien don Filiberto? Mettiamoci a sedere.
Berenice. Ho con don Filiberto un interesse insieme;
Esser con lui soletta per un affar mi preme.
Pippo. Ed io devo dar loco?
Berenice. Fate il piacere a me.
Pippo. Vi sarà la ragione nel Libro del perchè?
Berenice. Se leggete quel libro, v’avete a deliziare.
Vi son tanti perchè, che fan maravigliare.
Pippo. Il Libro del perchè dirà, con permissione,
Ch’io vado e che vi servo, perchè sono un minchione.
(parte)
SCENA VIII.
Donna Berenice, poi Filiberto.
Uscita una sentenza più bella di codesta.
Ma con lui ci vuol poco per tenerlo obbligato.