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miglia non potea prometterle una ricca dote, ma la condizion degl’impieghi che sostenete, e l’onestà della vostra nascita, non le poteano far mancare in Genova de’ migliori partiti. Voi siete assai conosciuto e assai stimato costì. Sosteneste con merito e con decoro l’uffizio in Corsica di Cancelliere. Vi portaste con valore e con lode nel carico dell’appuntatura in San Giorgio, e meritaste poi vi appoggiassero il grave premurosissimo geloso impiego de’ Cartularj, che formano la ricchezza de’ pubblici e privati erarj di Genova, ne’ quali e necessaria l’abilità, la fede e la più esatta condotta. I vostri cinque Figliuoli maschi non fanno che rendere onore alla vostra Casa. Due nell’ordine militare servono il loro Principe naturale, il primo in grado di Capitano, e di Tenente il secondo. Il Primogenito vostro segue la traccia de’ vostri impieghi, e i due più giovani sono per onorate vie incamminati.

La Figlia che voi mi avete accordata, merita, com’io diceva, miglior fortuna; ma pure la sua bontà, la sua moderazione la fa esser contenta. Io non sono uomo ricco, ma il Signore mi dà del bene piucch’io non merito, e se non si vive in casa mia lautamente, per Provvidenza Divina non si penuria. Mi costa sudori il pane ch’io mi procaccio, ma dividendolo colla mia diletta compagna, dolci mi si rendono le fatiche. Vero è che la Provvidenza medesima mi ha caricato di un grave peso colla Famiglia di mio Fratello1; ma da ciò appunto risulta il merito grande di mia Consorte, che ama i Nipoti come Figliuoli, e soffre gli incomodi di una Madre, senza l’impulso e la ragione del sangue.

A me il Signore non ha concesso Figliuoli, nè per ciò ho avuto mai in animo di dolermi. Che cosa avrei io potuto lasciare al mondo a pro loro? Comodi, fortune, ricchezze, no certamente; poco non è che io mi regga decentemente alle spese del povero mio talento, assai limitato e già vicino a stancarsi. Potrebbe forse giovare ad essi quel poco di buon concetto, che mi ho acquistato nel Mondo? Questo è un inganno: se i Figli hanno del merito

  1. Fin dal principio, pare, del 1754: cfr. Mémoires, II, ch. XXII.