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64 ATTO SECONDO


SCENA XII.

Don Ciccio addormentato e legato; poi don Riminaldo e don Gasparo.

Riminaldo. Caro amico, non vi offendete di questo. Sono galanterie.

Gasparo. Ma io queste contadinelle me le vado allevando... Chi è quello?

Riminaldo. Don Ciccio.

Gasparo. Dorme?

Riminaldo. Non volete ch’ei dorma? Ha mangiato e bevuto come un vero parassito.

Gasparo. Oh diavolo! chi l’ha legato?

Riminaldo. Qualcheduno che si è preso spasso di lui.

Gasparo. Questa la godo da galantuomo. Bisognerebbe destarlo.

Riminaldo. Se ci vede, crederà che siamo stati noi, e se n’averà a male. Sapete che lingua egli è.

Gasparo. Eh niente; sono burle che in villeggiatura si fanno. Aspettate; ora mi viene in mente di far la cosa più amena. Sapete tirar di spada voi?

Riminaldo. Qualche poco.

Gasparo. Aspettatemi, che vengo subito. (parte)

SCENA XIII.

Don Riminaldo, don Ciccio come sopra; poi la Libera e la Menichina.

Riminaldo. Ma chi può essere mai, che siasi preso lo spasso di legare don Ciccio?

Libera. Ehi. (si fa un poco vedere)

Riminaldo. Oh madonna Libera, che vuol dire? qui ancora?

Libera. Vedete don Ciccio?

Riminaldo. L’hanno legato.

Libera. Zitto: sono stata io.