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62 | ATTO SECONDO |
Ciccio. Lasciatemi sedere, che la pancia mi pesa. (siede)
Menichina. Che cosa ha mangiato di buono?
Ciccio. Ho mangiato due piatti di minestra, un pezzo di manzo che poteva essere una libra e mezza, un pollastro allesso, un taglio di vitello, un piccione in ragù, un tondo ben pieno di frittura di fegato ed animelle, due bragiolette colla salsa, tre quaglie, sedici beccafichi, tre quarti di pollo grasso arrostito, un pezzo di torta, otto o dieci bignè, un piatto d’insalata, del formaggio, della ricotta, dei frutti, e due finocchi all’ultimo per accomodarmi la bocca.
Libera. Non si può dire che non si sia portato bene.
Menichina. Mi par che sia stato un buon desinare; e perchè dice tutta roba cattiva?
Ciccio. Era tutto magro; vi era pochissimo grasso. A me piace il grasso; i polli colla pelle grassa, i stufati col lardo grasso, l’arrosto che nuoti nel grasso, e anche l’insalata la condisco col grasso.
Libera. Come diavolo vi piace il grasso, e siete così magro?
Ciccio. Ho piacere io d’essere magro; se fossi grasso, mangierei meno. Perchè, vedete? il grasso che si vede di fuori, è anche di dentro; e si restringono le budella, e vi capisce tanta roba di meno. (sbadiglia)
Libera. Gli piace molto il mangiare, signor don Ciccio.
Ciccio. In che cosa credete ch’io abbia consumato il mio? Tre quarti in mangiare, e un quarto negli altri piccoli vizi. Se si potesse vivere senza mangiare, tant’e tanto vorrei mangiare, (sbadiglia)
Libera. Ha sonno, signor don Ciccio?
Ciccio. Quando ho mangiato, mi vien sonno. Se fossi a casa, mi spoglierei tutto, e andrei a gongolare1 nel letto.
Menichina. Se ha sonno, può dormire anche qui. Queste sedie poltrone sono buonissime per dormire.
Ciccio. Non vi è pericolo; quando non sono a letto con tutti i miei comodi, non posso dormire. (va sbadigliando e contorcendosi per il sonno)
- ↑ Zatta: a buttarmi.