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LA VILLEGGIATURA | 59 |
Paoluccio. Vedendoci in mezzo agli altri; favellandoci all’altrui presenza; ma in cotal modo, che nè dalle nostre parole, nè dagli occhi nostri, si possa arguire la nostra occulta parzialità.
Florida. È un poco difficile veramente.
Paoluccio. Il merito sta appunto nella difficoltà.
Florida. Mai ci abbiamo da vedere a quattr’occhi?
Paoluccio. Non abbiamo da procurarlo. Il tempo offre a caso dei momenti felici.
Florida. Il metodo è assai bizzarro. La novità mi piace; ma se don Mauro, o alcun’altro più gentile di lui, credendomi in libertà, mi offerisce servirmi?
Paoluccio. Accettate la servitù. Noi rideremo della lor debolezza, e saremo amici senza essere conosciuti.
Florida. Questo mi proverò di farlo. E voi, se donna Lavinia insiste perchè le facciate giustizia?
Paoluccio. La servirò in pubblico per convenienza; ma noi in segreto saremo amici.
Florida. E qual pro della nostra amicizia?
Paoluccio. Il piacere unico di saperlo noi soli.
Florida. Si riduce a poco, mi pare.
Paoluccio. Provatelo, e vi chiamerete contenta. Assicuratevi, che in ciò consiste la più fina delicatezza dell’amicizia. Viva chi ha inventato il felice metodo; viva Parigi; non ci lasciamo trovare uniti. Principiamo da ora l’osservanza delle nostre leggi. Siamo amici. Vi servo coll’animo. Il cuore è vostro. Addio, madama, non mi ricercate di più. (parte)
SCENA IX.
Donna Florida sola.
È poco veramente, è poco. Non che mi caglia d’aver vicino il servente, per aver in esso un amante. Son maritata, son dama onesta, e non posso pensare diversamente dal mio carattere e dal mio costume. Ma che dirà di me il mondo, se mi vedrà andar sola, senza uno che con impegno mi favorisca? Chi