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50 ATTO SECONDO


Libera. Lo tenga per se; non lo faccia vedere a don Gasparo.

Menichina. Lo mandi a regalare a qualche amico suo di città.

Libera. È fresco, fresco; preso questa mattina.

Eustachio. Da chi l’avete avuto questo selvatico?

Libera. L’ha preso mio marito.

Menichina. Me l’ha regalato mio zio.

Riminaldo. Non so che dire. Vi sono molto obbligato, (alla Libera)

Libera. Oh caro signore, che cosa non farei per vossignoria?

Eustachio. Gradisco il vostro buon cuore. (alla Menichina)

Menichina. Il mio cuore, signore, gli vorrebbe dare qualche cosa di più1.

Riminaldo. Aspettate, qualche cosa voglio donarvi anch’io. Tenete questo fazzoletto da collo. (alla Libera)

Libera. Oh bello! Menichina. Bello! (mostrandole il fazzoletto)

Eustachio. (Avete niente da dare a me, che mi faccia onore?) (piano a don Riminaldo)

Riminaldo. (Son buon amico. Servitevi). (dà a don Eustachio un involto con del gallone)

Eustachio. Tenete questo gallone per guarnire un paio di maniche. (alla Menichina)

Menichina. Oh bello! Libera. Bello! (mostrando il gallone)

Libera. Il fazzoletto è bello.

Menichina. Il gallone è più bello.

Libera. Obbligata. (a don Riminaldo)

Menichina. Grazie. (a don Eustachio)

Libera. (Non dite niente, sapete). (alla Menichina, piano)

Menichina. (Eh! nemmeno voi). (alla Libera, piano)

Libera. (Dirò che me l’ha mandato... una mia sorella). (come sopra)

Menichina. (Io dirò che me l’ha donato... chi mai?) (come sopra)

Libera. (Dite ch’io ve l’ho donato). (come sopra)

Menichina. (Oh sì, sì, voi). (come sopra)

  1. Zatta aggiunge: se di più avessi.