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LA VILLEGGIATURA 47


Zerbino. Lo dirò a lui dunque.

Libera. Ditelo a tutti due.

Zerbino. Uno per lei, e uno per voi. (alla Libera)

Libera. Dite che vengano, e non pensate altro.

Zerbino. Una per l’uno, l’altra per l’altro. E per me niente.

Menichina. Eh, voi avete la cameriera per voi1. Non vi degnate di noi.

Zerbino. Mi degnerei io di voi, se vi degnaste di me.

Libera. Se non ci donate mai niente.

Zerbino. Che cosa volete che vi doni un povero ragazzo, che serve per le spese, senza salario?

Libera. Quell’altro che e’era prima di voi, mi donava sempre qualche cosa di buono.

Menichina. Anch’io aveva sempre da lui qualche pezzo di torta, qualche bastone di cioccolata.

Libera. Quasi tutti i giorni mi dava il caffè, e mi regalava de’ cartocci di zucchero.

Menichina. E io? portavo via sempre qualche fiaschette di vino buono.

Zerbino. Se potessi farlo, lo farei ancor io; ma non mi lasciano la libertà di poterlo fare.

Libera. Eh, quando si vuole, si fa.

Menichina. Chi vi tiene ora, che non ci diate due di quei dolci che avete su quel tondino?

Zerbino. Il credenziere me li ha contati.

Libera. Anche il lupo mangia le pecore contate.

Menichina. Due più, due meno, non se ne potranno accorgere.

Zerbino. Per due ve li posso dare. Uno per una.

Menichina. Che ne ho da fare di uno?

Zerbino. Tenetene due dunque. (alla Menichina)

Libera. E a me niente?

Zerbino. E due anche a voi. (alla Libera)

Libera. Vi ringrazio.

  1. Zatta: Eh, voi non vi degnate ecc.