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44 ATTO SECONDO


Libera. Io con don Gasparo qualche volta, perchè è il padrone di mio marito; per altro non faccio torto a don Riminaldo. Non vedo l’ora di dargli questo po’ di selvatico. (accenna essere nel cestino)

Menichina. Aspetto anch’io don Eustachio, per dargli questo. Credete voi che lo aggradiranno?

Libera. Eccome! egli è vero che qui non lo mangieranno, perchè don Gasparo loro dà da mangiare, ma lo manderanno in città a regalare gli amici.

Menichina. Mi dispiace ch’è poco.

Libera. Se don Gasparo ce ne donerà dell’altro, lo serberemo per loro.

Menichina. State zitta, voglio vedere se ne posso avere da Cecco.

Libera. Da Cecco lavoratore?

Menichina. Sì, lo sapete che mi vuol bene, che mi ha fatto chiedere alla madre mia per isposa. Si diletta anch’egli nei dì di festa1 d’andare a caccia. Se prende delle beccaccie, voglio che me le doni.

Libera. Per darle al signor don Eustachio.

Menichina. S’intende.

Libera. Anch’io ho mandato mio marito al bosco a raccogliere de’ funghi, e li ho regalati a don Riminaldo.

Menichina. Eh! anche don Eustachio mi dona poi qualche cosa.

Libera. Don Riminaldo mi ha portato quest’anno da coprire un busto.

Menichina. E a me un bel paio di scarpe: ma zitto, che non vo’ che Cecco lo sappia.

Libera. Le vedrà bene, quando le porterete.

Menichina. Gli dirò che me le ha comprate mia madre.

Libera. E vostra madre non dirà niente?

Menichina. Oh ella! me ne dessero, come ne prenderebbe!

Libera. Anche mio marito lo ha per ambizione, che mi regalino.

Menichina. E le altre contadine hanno di noi un’invidia terribile.

  1. Queste ultime parole mancano nell’ed. Zatta.