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476 ATTO TERZO
Marchesa.   Siete voi?

Mauro.   Sì, signora.
(vergognandosi)
Marchesa. Vi dirò...
Mauro.   Ma di grazia, due parolette sole.
Marchesa. Perchè andar per le lunghe?
Mauro.   Mi spiccio in due parole.
Vorrei...
Marchesa.   Cosa?
Mauro.   Vorrei...
Marchesa.   Essere mio marito?
Mauro. Sia ringraziato il cielo... che mi avete capito.
Marchesa. Avete altro da dirmi?
Mauro.   Eh, ci sarebbe ancora...
Marchesa. Volete ch’io risponda?
Mauro.   Se vi par... si signora.
Marchesa. Voi mi onorate troppo, signor don Mauro amabile,
Credendomi una donna che sia desiderabile.
Avete, lo confesso, un merito perfetto;
Siete di bella età, siete di bell’aspetto.
(don Mauro si accosta un poco più colla sedia)
Per beni di fortuna siete un ricco signore,
E avete alla fortuna un animo maggiore.
Cento donne vorriano aver per loro sposo
Un uom così ben fatto, un uom sì generoso.
(don Mauro s’accosta)
Ma in quanto a me, signore, vi svelo i pensier miei;
Parlo libera e schietta, io non vi piglierei.
(don Mauro si ritira un poco)
Voi siete un uom flemmatico, io son donna furiosa.
Voi siete un uom pacifico, io son troppo stizzosa.
(vuol ritirarsi don Mauro)
È ver che si suol dire, che il troppo unito al poco
Può moderar sovente gli estremi a poco a poco;
E voi col vostro gelo scemando in me il bollore,