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38 ATTO PRIMO


Florida. Se non se ne trova uno, che sappia servire.

Lavinia. Non so che dire. Don Mauro mi pareva il caso vostro.

Florida. No, no; non è il mio caso per niente.

Lavinia. Ma perchè dunque lo continuate a tener soggetto?

Florida. Perchè non voglio star senza. Se qui ci fosse un altro che mi desse nel genio, vorrei farvi vedere a piantarlo caldo, caldo, di bel domani.

Lavinia. Povero cavaliere, gli vorreste fare un bel tratto.

Florida. Eh, non piangerebbe no per questo; e poi, se piangesse, ci sarebbe chi gli asciugherebbe la lagrime.

Lavinia. Chi mai, donna Florida?

Florida. Chi mai? Cara donna Lavinia, non entriamo in questo discorso.

Lavinia. Capisco benissimo che cosa volete dire, e l’ho capito poc’anzi ancora, quand’egli venne vicino a me per osservare quel che leggeva: ma v’ingannate assaissimo, non mi conoscete davvero. Stimo don Mauro, ma non vi è pericolo che ve l’usurpi. Prima di tutto, sono impegnata con don Paoluccio...

Florida. Stimo assai, che l’abbiate aspettato due anni.

Lavinia. E anche sei l’avrei aspettato. Non ho motivo di trattar male con chi meco ha trattato bene. Non lo lascierò per un altro; e senza questo ancora, assicuratevi, donna Florida, che non ho l’abilità d’insidiare nessuno, che rispetto le amiche, e male azioni non sono capace di farne.

Florida. Certamente, quantunque sia annoiata di don Mauro, mi spiacerebbe ch’ei fosse il primo a lasciarmi.

Lavinia. Per conto mio statene pur sicura.

Servitore. Signore, è arrivato in questo punto il signor don Paoluccio.

Lavinia. Perchè non viene innanzi?

Servitore. Parla con il padrone.

Lavinia. Digli che l’aspetto, per dargli il benvenuto. (servitore parte)

Florida. Donna Lavinia, mi rallegro con voi.

Lavinia. Per dir vero, son contenta del di lui arrivo.

Florida. Eccolo ch’egli viene correndo.