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codesto Serenissimo eccelso Governo di creare un Console per la prima volta in Trieste, fra i varj concorrenti a sì degno importante carico, foste voi per il merito de’ vostri talenti a pieni voti prescelto. Io allora, per effetto di quella tenera, radicata amicizia che a voi mi legava, dovea esultare e rallegrarmi quanto voi stesso di un bene che vi assicurava e lucro ed onore, e vi apriva un campo per esercitare l’ingegno vostro, e porre in uso quegli studj a’ quali vi siete fin da fanciullo applicato. Eppure, lo credereste? Per quanto trovassi giusto e ragionevole il compiacimento, un certo rammarico mi inquietava, che non mi lasciava gustare quel bene di cui mi rendeva partecipe l’attaccamento. Ma da che procedeva la mia inquietudine? Non da altro al certo, che dal dispiacere di vedervi da me allontanare, dalla perdita della vostra amabile compagnia, dalla privazione della vostra cara presenza. In fatti conversando con voi, trattandovi frequentemente e cambiando fra noi i ragionamenti, le proposizioni, i consigli, io ci trovava il mio piacere non solo, ma il mio interesse. Voi avete una bella mente, un intelletto fecondo, un ingegno pronto e vivace, onde non si può, con voi conversando, che approfittare. So di avervi consigliato in occasioni dubbiose e difficili, e so d’aver riportato buoni suggerimenti ed opportuni pareri. Quanto siete utile nelle serie occasioni, altrettanto riuscite ameno e gentile nelle piacevoli conversazioni. Belle giornate1, giocondissime sere abbiamo insieme passate. Oh quanto deliziosa ed amabile era la compagnia de’ nostri cari comuni amici! Onorevole ricordanza ho di tutti, ma specialmente della rispettabile, ingenua famiglia Cornet, con cui abbiamo fatto, si può dire, la nostra vita parecchi anni2, e dove nulla mancava ad una saggia, cordiale, morigerata conversazione. Voi ne eravate il condimento; Voi promotore di onesti divertimenti; Voi di ottimo gusto nella direzione de’ sociali onorevoli trattamenti; Voi direttore di piacevolissime villeggiature; Voi in somma buon amico, gioviale,

  1. Nel testo si legge; Nelle giornate ecc.
  2. Gabriele Cornet, agente a Venezia dell’Elettore di Baviera, e già console veneto a Marsiglia, giunse sulle lagune nel giugno del 1737 (v. Notatorj inediti del Gradenigo. presso il Museo Correr). Nel ’61 gli dedicò Goldoni la commedia delle Morbinose, che troveremo più avanti, e molte lettere affettuose gli scrisse poi dalla Francia (v. Lettere di C. G. per cura di E. Masi. Bologna, 1880).