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32 | ATTO PRIMO |
Gasparo. Divertitevi dunque, e lasciatemi andare a caccia.
Lavinia. E dopo la caccia, in conversazione con i villani e colle villane.
Gasparo. Io con i villani, e voi con i cavalieri. Se non v’impedisco di fare a modo vostro, perchè volete impedirmi di fare al mio?
Lavinia. Bene, bene. Lo sapete che oggi si aspetta don Paoluccio?
Gasparo. Ben venga don Paoluccio, don Agapito, e don Martorio, e tutta Napoli, se ci vuol venire.
Lavinia. Voi forse non lo vedrete nemmeno.
Gasparo. Lo vedrò a desinare; non basta?
Lavinia. Un cavaliere amico di casa, che torna dopo tre anni, merita che gli si faccia un accoglimento grazioso.
Gasparo. Ehi! viene per trovar me, o viene per ritrovar voi?
Lavinia. Non è amico di tutti due?
Gasparo. Sì; ma circa all’accoglimento pensateci voi, cara donna Lavinia.
Lavinia. Qual camera, qual letto gli vogliamo noi dare?
Gasparo. Basta che non gli date il mio.
Lavinia. Spropositi! il vostro ed il mio non è il letto medesimo?
Gasparo. Per questo diceva...
Lavinia. Voi avete voglia di barzellettare.1
Gasparo. Sono allegro questa mattina. Ho preso sei beccaccie, quattro pernici, ed un francolino.
Lavinia. Ho piacere che vi sia del selvatico. Se viene don Paoluccio...
Gasparo. Oh, del mio selvatico don Paoluccio non ne mangia.
Lavinia. E che ne volete fare dunque?
Gasparo. Mangiarmelo con chi mi pare.
Lavinia. Colle villane?
Gasparo. Colle villane.
Lavinia. Si può sentire un gusto più vile?
- ↑ Nell’ed. Zatta si legge soltanto: «Lavinia. Spropositi! Voi avete voglia di barzellettare».