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368 | ATTO QUINTO |
Viverò come un figlio di famiglia.
Fabrizio. Basta; vi è da pensar.
Cavaliere. Non mi tenete
Più lungamente a bada.
Fabrizio. Concludere in istrada
Quest’affare vorreste?
Cavaliere. Entriamo in casa.
Fabrizio. Parleremo domani.
Cavaliere. In questo punto
Principiare vorrei
A rinunziarvi gli interessi miei.
Fabrizio. Ma! discorrer convien.
Cavaliere. Ben, discorriamo.
Fabrizio. (Sono fra il sì ed il no.) (da sè)
Cavaliere. Vi prego.
Fabrizio. Andiamo.
Cavaliere. (Per me strada miglior trovar non so.) (entra in casa)
Fabrizio. (S’egli dice davvero, io gliela do). (entra in casa)
SCENA IV.
Lucietta sull’altana, poi Gnese sull’altana, poi Orsola sul poggiolo.
(vedendo il Cavaliere entrare da Gasparina)
Gnese, Gnese. (forte chiamando)
Gnese. Chi chiama?
Lucietta. Oe, no ti sa?
L’amigo... mio compare...
Gnese. Coss’è sta?
Lucietta. El xe andà dall’amiga. (accenna la casa di Gasparina)
Gnese. Eh via.
Lucietta. Sì anca