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342 | ATTO TERZO |
Tutti. Ah ah ah. (ridendo forte)
Fabrizio. Tacer non sanno chi le taglia in fette.
Tutti. Ah ah ah ah ah ah. (ridendo forte)
Fabrizio. Che siate maledette.
(getta il libro sul tavolino, e fa saltare la semola, e parte)
Tutti. (Gridano; s’infuriano a cercar i soldi; va parte della semola in terra; cercando se vi è soldi in terra, gridando e prendendosela dalle mani.)
SCENA VIII.
Il Cavaliere da una parte, Anzoletto dall’altra.
Anzoletto. )
Lucietta. Oe, tre ghe n’ho trovà.
Orsola. E mi do.
Zorzetto. E mi uno.
Lucietta. Mi son stada valente.
Gnese. E mi, gramazza, no m’ha tocca gnente.
Cavaliere. Ma cosa mai è1 stato?
Che è accaduto di male?
Lucietta. Gnente affatto.
Se zogava alla semola.
Cavaliere. Che diavolo di gioco!
Credea che andasse la contrada a foco.
Lucietta. Anzoletto, tre soldi.
Anzoletto. Brava, brava!
Sempre in strada a zogar?
Lucietta. Oh via, per questo me voreu criar?
Anzoletto. Basta; la xe fenia.
Lucietta. L’astu portà?
Anzoletto. Cossa?
- ↑ Guibert-Orgeas, Zatta ecc.: Ma cos’è ecc.