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324 | ATTO SECONDO |
SCENA IX.
Donna Cate in istrada, e detti.
Orsola. Mi gh’ho qualche rason, se la strapazzo.
Cate. In sto campiello se mettemio a mazzo?
L’è una putta da ben,
E no la xe de quele....
Gnese. Le altre, cara siora, cossa xele?
Cate. Tasi, che ti ha bon taser.
Gnese. Oh, no son miga muta
SCENA X.
Donna Pasqua di casa d’Orsola, e detti; poi il Cavaliere.
Cate. Tasè, che la ghe sente.
Gnese. Vegnì su, siora mare.
Pasqua. Cossa gh’è? (a Gnese)
Cavaliere. Sento gridar, si può saper perchè?
Anzoletto. Cossa gh’intrelo, sior?
Cavaliere. Se non vi spiace.
Vi entro sol per la pace.
Anzoletto. La diga, mio patron.
Su quella putta gh’alo pretension? (accenna Lucietta)
Cavaliere. Niente affatto.
Lucietta. Sentìu, sior Anzoletto?
Cavaliere. Io per tutte le donne ho del rispetto.
Mi piace l’allegria,
Godo la compagnia;
E quel tempo ch’io sto quivi di stanza,
Vorrei quieta mirar la vicinanza.
Donne, si può sapere
La causa di un sì grande mormorio?
Orsola. La diga, sior, che i lassa star mio fio.