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e in cari incontri sperimentato. Nel mio sopraccennato Burchiello ho rammemorati con giubilo quei dì felici, nei quali ebbi agio di convivere secolei nella villeggiatura deliziosissima di Bagnoli, di cui ho altre volte nei fogli miei ragionato1. Ho data un’idea in succinto dei valorosissimi recitanti delle Commedie, che colà nella state si rappresentano, e diedi all’E. V. quella lode che anche per questo gli è ben dovuta. Ma chi lodarla volesse per tutti quei meriti de’ quali è adorna, troppo lunga e malagevole impresa per me sarebbe. Tre cose principalmente non posso di Lei tacere, perchè sono quelle che più delle altre mi toccano: liberalità di cuore, sincerità di animo e bontà di costumi. Colla prima si concilia il rispetto dagl'inferiori, colla seconda si procaccia l’amor degli Amici, e colla terza l’estimazion della Patria. Tre fratelli, che compongono presentemente la Nobilissima di Lei Casa, dimostrano veramente la decantata perfezione del numero ternario. L’Eminentissimo signor Cardinale, Vescovo esemplarissimo della città di Vicenza, è di tante virtù ripieno, che per lodarle necessario sarebbe di possederle, ed il maggior elogio che possa farsi al di Lui merito, si è il poter dire che il gloriosissimo Regnante Sommo Pontefice, di tanta pietà e di tanta scienza ripieno, lo ha creduto degno dell’amor suo, e non ha tardato a dargliene una sì grande e sì compita dimostrazione. L’Eccellentissimo signor Giovanni, maggior degli altri in età2, ed eguale a tutti nel cuor magnanimo e nella nobiltà dei pensieri, ha dato al mondo saggi infallibili della più esimia prudenza, della più esemplare modestia, e tanto nelle pubbliche cure, quanto nei domestici affari, ha usato sempre la rettitudine, la carità, la giustizia. V. E., destinato al dolce peso di assicurare alla casa l’importantissima successione, avuta la benedizion dal Signore di una Sposa adorabile per le sue qualità, e venerabile per il suo linguaggio, batte la via degli onori e quel della indispensabile società, utile tanto in una Repubblica, quanto forse il merito stesso della persona. Siete insomma tre virtuosi

  1. Vedasi anche la lettera di dedica del Prodigo (vol. I della presente edizione) e quella della Bottega del caffè (vol. IV).
  2. Antonio Marino 2.o Giovanni Priuli appare nato ai 31 ott. 1710. e sarebbe propriamente secondogenito.