Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
LA VILLEGGIATURA | 23 |
Florida. Io non ho parlato di voi.
Eustachio. Ma egli ha capito benissimo...
Florida. Se non tacete, vi pianto.
Eustachio. (Cattivo impicciarsi con certe tali). (da sè)
Mauro. Che legge di bello donna Lavinia? (accostandosi a lei)
Lavinia. Leggo un libro che mi dà piacere: La Primavera. Poema in Versi martelliani.
Mauro. Di chi è?
Lavinia. Di Dorino1. Di un poeta che stimo per la sua virtù e per la sua modestia.
Mauro. Dove trovasi questo libro?
Lavinia. È stampato in Venezia; ma se gradiste di leggerlo, vi posso servire di questo.
Mauro. Vi sono critiche? Dice mal di nessuno?
Lavinia. Non signore. Quando fosse di tal carattere, non lo leggerei.
Mauro. Dite bene. Ma il libro, se non critica, non averà molto spaccio.
Lavinia. Dovrebbe averlo appunto per questo, perchè alla buona filosofia ha congiunta la più discreta morale.
Mauro. Permettetemi che ne legga uno squarcio.
Lavinia. Servitevi.
Florida. Ha trovato di divertirsi il signor don Mauro.
Eustachio. Quindici, e sei vent’uno, e tre assi ventiquattro...
Florida. Via, via: picchetto d’ottanta, e niente. Quattro partite. Restano due. Faremo pace un’altra volta. (s’alza)
Eustachio. Eccovi due partite. (mettendo la mano in tasca)
Florida. No, no, un’altra volta. (5’accosta verso don Mauro)
Eustachio. Favorite... (seguendo donna Florida)
Florida. Che bel libro, signor don Mauro?
Mauro. Un libro, che mi ha favorito donna Lavinia.
Florida. Donna Lavinia è una dama virtuosa, che divertirà il signor Mauro molto meglio di me.
- ↑ Orazio Arrighi Landini (1718-1775) accademico Agiato: vedasi vol. VIII, pp. 313, 406-7. Il poemetto usciì, pare, nel sett. del 1755, e vi si lodava il Goldoni.