Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XIII.djvu/255


LA DONNA STRAVAGANTE 249
Cecchino.   (Perchè ti vedo la testa in precipizio).

Livia. Si può saper che cerchi?
Servitore.   Con vostra permissione,
Cerco di donna Rosa.
Livia.   Chi la vuole?
Servitore.   Il padrone.
Livia. Si sa perchè?
Cecchino.   (Se il sai, dillo pria di sdegnarla).
(al servitore)
Servitore. Credo, per quel che intesi, ch’ei voglia maritarla.
Livia. Maritar la germana? come lo sai? favella. (s’alza)
Servitore. Sentii parlar con uno...
Livia.   Con un? come s’appella?
Cecchino. (Oh, stai fresco). (al servitore)
Servitore.   Perdoni, non so più di così.
Livia. Pria di me la germana?
Servitore.   Appunto, eccola qui.

SCENA IX.

Donna Rosa e detti.

Servitore. Signora, vi domanda il padron con premura.

(a donna Rosa)
Livia. Fermati. (al servitore)
Servitore.   Non ho tempo. (Affè, mi fa paura). (parte)
Livia. Andate, graziosina, che il zio vuol maritarvi.
Rosa. S’egli lo vuol, si faccia; non vengo a consigliarmi1.
Livia. Prima di me ardirete sposa mostrarvi al mondo?
Rosa. Chi ci governa ha in mano il primo ed il secondo.
Livia. Ah, se vivesse il padre, non soffrirei tal torto.
Rosa. Ora lo zio comanda; e il genitore è morto.
Livia. Orfana saprò ancora farvi arrossire in volto.
Rosa. A chi comanda io cedo; vi lascio, e non vi ascolto.(parte)

  1. Così, per distrazione goldoniana, nelle edd. Pitteri, Guibert-Orgeas e altre. Nell’ed. Zatta male fu corretto: consigliarvi.