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LA DONNA STRAVAGANTE 237

ATTO TERZO.

SCENA PRIMA.

Altra camera.

Don Riccardo da una parte, e don Rinaldo dall’altra.

Rinaldo. Signor, grazie a voi rendo della bontade usata

Meco nel tollerarmi.
Riccardo.   Come la cosa è andata?
Rinaldo. Andò come potevasi sperar da un cuor ferino;
Andò qual per mio peggio comanda il mio destino.
Che non fe’, che non disse un labbro innamorato?
Mi vide al di lei piede la barbara prostrato.
Finse pietà l’ingrata; mi dier lusinga i vezzi;
Ma ricambiommi alfine coll’onte e coi disprezzi.
Molto soffersi, e molto; alfin la mia speranza...
Riccardo. Non mi vantate in faccia la stolida costanza.
Della nipote ardita cerco disfarmi, è vero: