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LA DONNA STRAVAGANTE | 235 |
Faccia l’ardir vendetta, faccia l’amor suo sfogo.
Le leggi dell’amore non studio e non insegno,
Ciascuno a suo talento uscir può dall’impegno.
Cambiar le sue catene, saldar le piaghe sue.
Son serva a don Rinaldo. Seguitemi voi due.
(Di rabbia e gelosia quel misero è ripieno;
Ma tornerà a pregarmi, voglio sperarlo almeno.) (parte)
Properzio. Andiamo. (Ho già capito.) (piano a don Medoro)
Medoro. (Anch’io me n’ho avveduto).
(piano a don Properzio, e parlano)
Rinaldo. Non so che dir; si sdegni. Soffrii finchè ho potuto.
Vivere a una tal legge non vo’, non so, non devo.
Son dell’onore offese, i torti ch’io ricevo.
S’ha da morir? si mora d’affanno e di dolore.
Ma s’abbandoni un’empia, e si disciolga il cuore, (parte)
Fine dell’Atto Secondo.