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e de' buoni Autori de nostri Secoli, siccome in tutte le facoltà siete istrutto, e possedete la vera cognizione, e la vera critica, più facilmente d'ogni altro rilevar potrete i difetti miei, e perciò... Ma che perciò? Prenderò io motivo da tutto questo che vogliate Voi a misura del vostro talento condannarmi severamente? No certamente, anzi per lo contrario vi credo e vi spero più facile a compatirmi. I vostri dolci ragionamenti, le vostre saggie lezioni potranno bensì erudirmi, ma non avvilirmi giammai, poichè la morale che Voi possedete, e il gentil tratto che praticate, e la cortesia che vi adorna, sono qualità che vi portano al bene degli uomini, ed alla consolazione de' vostri amici. Il vostro ingenuo carattere, l'abilità vostra negli ardui impegni, e la saggia condotta del vostro vivere vi hanno fatto essere caro ad uno dei primi Potentati d' Europa1, e tutti quelli che vi conoscono, non cessano di ammirarvi, di lodarvi e di benedirvi. Senza esitare più oltre, imprimo il vostro prezioso Nome fra le mie carte, onoro colla Vostra protezione le Opere mie, e vi dedico precisamente questa Commedia. Dopo di averlo fatto, vi chieggo scusa se non ne siete contento, e son certo, per le dette ragioni, di conseguirla. Vi prego per ultimo raccomandarmi alla Famiglia Vostra degnissima, conservarmi il pregievolissimo affetto vostro, e pieno di vera stima e venerazione, vi assicuro di voler essere eternamente
Di V. Sign. Illustriss.
Venezia li 4. Agosto 1760.
Devotiss. Obbligatiss. Servidore ed Amico |
- ↑ Il Cataneo era, come si sa, ministro residente del re di Prussia presso la Repubblica.