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conducendo per la via del diletto alla sana dottrina ed al buon costume. Dietro le orme gloriose di un sì buon Padre, vanno concordemente i Figliuoli, formando virtuosa gara fra loro di sapere, di docilità, di litterarie esercitazioni. Nè solamente ne’ virili animi de Maschi suoi fece il paterno esempio poderosa impressione, ma nelle gentili, e saggie, e costumate Figlie non meno il talento e l’educazione risplende, norma elleno essendo e decoro del loro sesso, ed ornamento di sì pregiata Famiglia. Sappiate ora, o Voi che questi fogli leggete, che con cortese, giocondo animo, colà dove tanta virtù s’annida, vengo benignamente accolto, e ben veduto, e sofferto, e le opere mie colà trionfano piucchè altrove, e per colmo di consolazione e di gloria, trovami onorevolmente fra quegli illustri Accademici annoverato, e da’ lumi che di là sorgono, chiare immagini alla mente mia si presentano, e messe doviziosa raccolgo, per dirozzare i pensieri ed ingentilire i miei scritti. Negatemi, se potete, essere per me questo un bene, di cui mi abbia giustamente a vantare, e se di tanto bene riconosco autore il Conte Giovanni, accordatemi che a Lui convenga la mia gratitudine, ed un pubblico testimonio del mio sincero riconoscimento. Resta ora a provarvi, come da ciò intenda che Egli abbia per ricompensa al di lui benefizi ad accordarmene un altro, onorando col di lui Nome le Opere della mia penna. Non è difficile il persuadervi. Altro modo non ho che questo, per confessare gli obblighi miei, e per retribuirne la ricompensa. Che però, o egli ha da volermi avvilito e coll’ aspetto d’ingrato, o ha da concedermi questa scarsa sì, ma sincera e rispettosa dimostrazione d’affetto.

Amabilissimo Signor Conte, applaudiscono gli uomini onesti al mio leale divisamento, e Voi, che d’onestà vi pregiate, non potete dal miglior giudizio sottrarvi, onde non dissi male, dicendo che siete in obbligo di accettar volentieri una mia Commedia, siccome la divota mia servitù e l’umile mia amicizia accettaste. Un dubbio solamente potrebbe farmi dal divisamento mio rimanere, pensando cioè a qual uomo ardisca io di offerire una miserabile mia Commedia. Voi, Signor Conte umanissimo, istrutto del pari nelle lettere Greche e Latine, e conoscitore delle opere