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NOTA STORICA
Eloquente anche questa volta il silenzio delle Memorie. Dove il Goldoni, nel racconto che de’ casi suoi fa ai Parigini, volentieri sorvola sulle imitazioni da autori francesi, riassumendo incompiutamente gli argomenti (Serva amorosa) o trascurando intere commedie, come questo Raggiratore. Dalla Premessa si potrebbe arguire che solo mosso da un’accusa di plagio l’autore convenisse d’aver tolto lo scioglimento al Glorieux del Destouches, nome costantemente taciuto nell’autobiografia (cfr. Nota alla Donna volubile). Lo confessa in una scena della Donna stravagante, dove più personaggi discutono i pregi della poco avventurata commedia.
Properzio. Che intreccio saporito, che fin maraviglioso!
Medoro. L’ha preso dal Destouche (sic), nel suo Vanaglorioso!
Properzio. Dunque per quei ch’io sento, così pessimo ed empio
Ch’egli è il Raggiratore, ha più d’un buon esempio.
Famoso è quel Francese che diede il scioglimento,
E al nostro autor si nega il suo compatimento?
Al Glorieux pare inspirato nelle sue linee maestre tutto il lavoro. Un nobile, di null’altro ricco e superbo che del suo stemma, è in procinto d’accasarsi — nella commedia francese — con la figliola d’un borghese danaroso, e nel Raggiratore, sta per concedere sua figlia a uno sposo creduto del suo grado, ma che si scopre essere invece un contadino. L’arrivo non desiderato del padre del fidanzato ritarda nel Glorieux e impedisce nel Raggiratore la conclusione del matrimonio. In quest’ultima scena l’imitazione della commedia francese si fa evidente. Per tutto il resto il Goldoni seppe spostare e capovolgere figure ed episodi così da far dimenticare interamente il modello. Chi nella villana improvvisata contessa vuol riconoscere Lisetta, sorella del Glorieux, che le tristi condizioni economiche obbligano a far da cameriera in casa borghese? Altri vaghi punti di contatto tra i due lavori trovansi scrupolosamente notati nella tesi del Merz (C. G. in seiner Stellung zum französichen Lustspiel, Leipzig, 1893, pp. 48-53), il quale riassumendo il suo esame conclude: " Il lavoro resta assolutamente al di sotto del modello francese ". Ma data la poca affinità tra le due commedie non si vede la necessità d’un raffronto.
Il Raggiratore è certo tra i prodotti men felici dell’ingegno goldoniano. Farraginosa anzitutto n’è la favola, nella quale si vollero comprese troppe cose che mal si fondono l’una nell’altra. Se il sedicente conte mira a un matrimonio cospicuo e con ricca dote, perchè introdurlo in casa di Don Eraclio, nobile spiantato, ridotto a vivere d’espedienti? Perchè, volendo la figliuola, corteggiare con pari impegno la madre, che la vanità offesa doveva pur rendere ostile alle nozze? E il conte Nestore si scorda davvero d’esser già ammogliato (Atto I, sc. VI, atto III, sc. V), o se ne scorda solo il Goldoni per distrazione non infrequente in chi si vedeva obbligato a scriver presto e molto? Poco unita l’azione, ritardata anche da certe scene peggio che inutili, quali le gare