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IL RAGGIRATORE | 181 |
SCENA XI.
Donna Claudia, il Conte, donna Metilde.
Claudia. (Non so come azzardarmi ora a sostenere la favola delle gioje). (da sè)
Conte. Ho piacere che siate certificata dell’onoratezza della cameriera. (a donna Claudia)
Claudia. Sì, per ora... (Sono mortificata). (da sè)
Conte. (Vi ringrazio de’ manichetti). (piano a donna Metilde)
Metilde. (Accettate il buon animo). (piano al Conte)
Claudia. Conte, sentite. (Delle gioje, che vogliamo dire sia stato?) (piano al Conte)
Conte.(Ritorneranno per quella strada medesima, per cui sono andate). (piano a donna Claudia)
Claudia. (Dubito ch’egli lo sappia quanto lo so io, che don Eraclio me l’ha impegnate). (da sè)
Conte. (Se vi si propone di maritarvi, dite di sì)... (piano a donna Metilde)
Metilde. (Se fosse con voi). (piano al Conte)
Conte. (Può essere che sia con me...) (piano a donna Metilde)
Claudia. Parlate con me. Conte, non date pascolo alle scioccherie di Metilde.
Conte. Sono ai vostri comandi. (a donna Claudia)
Metilde. (Ne imparo tante da lei delle sciocchezze). (da sè)
SCENA XII.
Don Eraclio e detti.
Eraclio. Conte, ho ordinato in tavola.
Conte. Son qui a ricevere le grazie vostre.
Eraclio. Dov’è la Contessina vostra, che non la veggo?
Conte. Si è ritirata un poco, perchè ancora è stanca dal viaggio. Anderò a chiamarla quando sia in tavola.
Eraclio. Ho una botteglia di Canarie vecchio di dodici anni. L’ho sempre serbata per un’occasione d’impegno; oggi, in occasione