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180 | ATTO TERZO |
SCENA IX.
La Jacopina e detti.
Jacopina. Signora, i suoi manichetti...
Claudia. Eccoli lì dove sono. (accenna quelli del Conte) E tu li averai rubati e venduti.
Jacopina. Io non sono capace, e però le dico...
Claudia. E chi averà rubato i manichetti, averà rubato le gioje.
Jacopina. Sì, signora, chi averà rubato i manichetti, averà rubato le gioje. I manichetti eccoli qui. Le gioje, vada al Monte, che le troverà quando vuole.
Claudia. Quai manichetti sono questi?
Jacopina. Quelli che erano nel cassettino.
Claudia. Non è vero, ne avrai ritrovato un paio di simili per accomodarla meco; nel cassettino non c’erano. E tu vattene tosto di questa casa.
SCENA X.
Donna Metilde e detti.
Metilde. Signora, non istia a gridare alla Jacopina per i manichetti, poichè io li ho levati dal cassettino, e posti nel mio armadio.
Claudia. Per qual ragione far questo?
Metilde. Per attaccarli ad una camiscia del signor padre.
Claudia. Spetta a voi di farlo? (adirata)
Metilde. Compatisca. (Se l’è creduta). (da sè)
Claudia. Riponeteli. (alla Jacopina)
Jacopina. Sì, signora. (Se l’è bevuta...) (da sè)
Claudia. Nascono di quei casi... (al Conte)
Conte. Sono accidenti. (L’è andata bene). (da sè)
Claudia. Tocca a voi custodire la biancheria. Andate, (alla Jacopina)
Jacopina. Dove, signora?
Claudia. A far quel che occorre nella mia camera.
Jacopina. (Via via, lo scudo l’ho speso bene). (da sè, e parte)