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IL RAGGIRATORE 179


Claudia. Non c’è quella indegna; l’ho discacciata di casa.

Conte. Male; prima di assicurarsi del suo delitto?

Claudia. Ne sono certa. L’ho licenziata; ma le farò tener dietro, perchè non fugga.

Conte. Qual fondamento avete, signora, per giudicarla rea di tal furto?

Claudia. Quello de’ manichetti.

Conte. Siete poi certa che questi sieno dei vostri? (le fa vedere i suoi manichetti)

Claudia. Questi? non mi pare. Non sono quelli che avevate quand’io era da voi.

Conte. Perdonatemi; volete voi che a quest’ora mi sia levata la camiscia di dosso per iscambiarla? Sono gli stessi. (Si assomigliano almeno). (da sè)

Claudia. Saranno dessi adunque, e mi pare sieno de’ miei; e lo saranno, poichè nel solito cassettino non li ho trovati.

Conte. E ve li ha rubati la Jacopina?

Claudia. Senz’altro, e chi mi ha rubato i manichetti, mi avrà rubato le gioje; e sono al Monte, e a me preme ricuperarle senza un rimprovero di mio marito; e altri che voi. Conte, mi può far la finezza di darmi il modo di poterle ricuperare.

Conte. (Già lo sapeva, che qui doveva finire; ma non fa niente). (da sè)

Claudia. Voglio credere che non diffiderete della pontualità mia.

Conte. Oh pensate; ma prima sarebbe cosa ben fatta assicurarsi del furto, e della mano che lo ha commesso. Fatemi un piacere, signora, riguardate un po’ meglio nel cassettino, e altrove, se si trovassero i manichetti.

Claudia. Ci ho guardato, vi dico; e poi, che ho da guardare? Se sono quelli che avete voi alle mani.

Conte. Ecco la Jacopina. Sentiamo un poco da lei...

Claudia. Ancora qui la sfacciata?