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120 ATTO PRIMO


Spasimo. (Costei è venuta a scoprire la contea del fratello).(da sè)

Conte. (Il ripiego non è fuor di proposito). Sappi che costei è una giovane di bassa estrazione, che ho amata per qualche tempo. L’ho dovuta lasciare per altri impegni. Ella per amore mi cerca, e per comparire con titolo onesto, ardisce di fingersi mia sorella.

Spasimo. Il solito è, in questi casi, fingersi moglie e non sorella, mi pare.

Conte. Poteva ella temere di ritrovarmi in casa una moglie vera; e già impegnato mi trova colla figliuola di don Eraclio.

Spasimo. Mandiamola via dunque.

Conte. No, non voglio inasprirla. La farò partire da qui a qualche giorno.

Spasimo. E intanto passerà per sorella.

Conte. Questo può essere il minor male.

Spasimo. In quegli abiti farà poco onore al fratello.

Conte. A ciò si può rimediare. Introducila presto, prima che mi faccia scorgere dal vicinato.

Spasimo. Vado subito.

Conte. E bada bene.

Spasimo. Non c’è pericolo. (parte)

SCENA V.

Il Conte solo; poi Carlotta e Spasimo.

Conte. Mancavami ora codesto imbroglio. Si può far peggio per me? Son curiosissimo di sapere come e perchè sia costei venuta. Minor male sarà, se non è venuto seco mio padre. Con costei, che è donna alfine, posso compromettermi di farla essere quel che vogl’io; ma se venisse mio padre, che è uomo all’antica, vero contadino di que’ rustici satraponi... eccola. Bella figura da farmi onore!

Carlotta. L’ho poi ritrovato questo baronaccio di mio fratello.

Conte. Cara sorella, son contentissimo di vedervi.

Spasimo. (Ha principiato con un bel complimento). (da sè)