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di cui carattere niente succede di nuovo, rimanendo egli nel fine della Commedia lo stesso che è nel principio, così benissimo le conviene quello del Raggiratore, sul quale si ravvolge tutta l’azione, e la catastrofe si conclude. Il suo discoprimento è bellissimo, ma permettetemi ch’io vi dica, che in esso Voi non avete altro merito, se non se quello di averlo saputo bene adattare ad una vostra Commedia, tolto avendolo intieramente dal Glorioso di Monsieur Destouches, e chi volesse criticarlo, converrebbe se la prendesse coll’Autore Francese.»
«Per altro io dubito che quante Commedie sarete Voi per iscrivere in prosa, tutte riporteranno un eguale destino; il verso solletica le orecchie in guisa che ha resa languida la prosa, ed intollerabile. Questo è un male, che fatto ve lo avete da Voi medesimo. Ora conviene seguitar la corrente. Può darsi che anche del verso l’universale si stanchi, e Voi ritornerete alla Prosa, in cui non avete alcuno che vi pareggi».
Il Cavaliere che si compiace difendere la mia Commedia, non mi risparmia il rimprovero d’aver tolto da altri lo scioglimento; piacemi infinitamente la sincerità, ed io ne sono sì innamorato, che da me medesimo so svelare i miei difetti, e i letterari miei furti. In fatti, nella Commedia che ha per titolo La Donna stravagante, succeduta in scena al Raggiratore, e che sarà stampata nel Tomo sesto1, facendo una specie d’apologia al Raggiratore medesimo, dissi in pubblico fin d’allora, che se del fine erano malcontenti, si lamentassero col signore Destouches, da cui mi ero divertito di prenderlo. Quando mi arrogo le cose altrui, lo dico liberamente, ma grazie al Cielo, poche volte mi è accaduto di farlo, e plagiario non sono stato, e non sarò mai. Altro è il rubare, altro è l’imitare. Una mutazione ho fatta dalla recita alla edizione. In quella il ridicolo era senza la maschera, in questa ho creduto bene adattarlo al personaggio dell’Arlecchino.
- ↑ Dell’ed. Pitteri. Vedasi nel presente volume la commedia che segue subito dopo Raggiratore: atto III, sc. 4.