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parte dei pregi Vostri, ed io, se sapessi farlo, avrei aperto il campo per tessere infinite lodi alla Vostra virtù, non meno che alla Vostra grandezza; ma Voi siete nemico di tali encomi; mi avete comandato di scrivervi in confidenza, e non voglio perdere il merito di avervi obbedito, annoiandovi, mentre desidero di piacervi.
Questa mia Lettera non ha che due semplici obbietti: il primo è quello di manifestarvi l’ossequio mio, e di ciò mi lusingo ne sia l’E. V. ben persuasa; il secondo si è di accompagnarvi una mia Commedia, per divertirvi un’ora fra le gravi cure del vostro importantissimo Governo in compagnia della Nobilissima Dama Vostra, che con eroico virtuoso amore ha preferito la compagnia del Consorte a quella dolcissima de’ suoi Figliuoli. Ad Essa, ed a Voi non meno, una simile lontananza non può essere che penosa. Non ho veduta in veruna parte, per quanto abbia io praticato, e con attenzione osservato, una Famiglia della Vostra più docile, più concorde, più deliziosa. Tre sorte di Figliuoli forniscono la Vostra Casa. Figliuoli Vostri del primo letto, altri dei primi Voti della Dama Vostra, e quelli da Voi e da Essa prodotti. Chi mai crederebbe, che tanto amore e tanta concordia potesse infra di loro regnare? Eppure si amano, si rispettano tutti: sono amici e fratelli; sono tutti egualmente al Padre ed alla Madre rassegnati, obbedienti. Non vi è Matrigna, non vi è Patrigno: sono tutti di un sangue, perchè animati da uno stesso genio e da un’istessa virtù. Voi mi onoraste ammettermi alla Vostra mensa, e ne partii veramente contento per tal motivo, e maravigliato; sicuro che l’armonia della Vostra tavola non era accidentale in quel giorno, ma giornaliera e costante nella Vostra esemplare Famiglia, frutto del bell’esempio e dell’ottima educazione de’ Genitori. Unisco i voti miei a quelli de’ Vostri cari Figliuoli nell’augurarvi dal Cielo prospero fortunato soggiorno là dove il Principe Serenissimo vi ha collocato, e a sollecitare coll’animo le ore sospirate del Vostro ritorno, per consolazione di tutti, e di me specialmente, che sono con tenerissimo affetto e con profondissimo ossequio
Di V. E.
Umiliss. Dev. Obblig. Servidore |