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84 ATTO QUARTO
Conte. Grazie alla sua bontà. (Per or soffrir bisogna). (da sè)

Possidaria. Dite, signora mia, vi è piaciuta Bologna?
(a madama Bignè)
Madama. Sì, mi è piaciuta assai. Amo la libertà.
Mi piace questa moda d’andar col taffettà.
A me, che in ogni cosa son risoluta e presta.
Pare una bella cosa trar il zendale in testa,
E andar dove si vuole con tutta confidenza,
Facendo qualche burla, e ancor qualch’insolenza...
Marianna. È ver, Bologna è bella; ma Roma è un cittadone...
Madama. Quella non è da mettere con questa in paragone.
Marianna. Perchè? non è magnifica?
Madama.   Perchè, in una parola,
Più mi piace Bologna.
Marianna.   (Vuol parlar ella sola). (da sè)
Lisaura. Venezia non è bella?
Madama.   È ver, ma mi fa male
Il moto della gondola, e l’odor del canale.
Lisaura. Si va per terra.
Madama.   I ponti sono i tormenti miei.
M’è piaciuta la Piazza.
Lisaura.   (Vuol parlar solo lei).
Possidaria. Voi che vedeste al mondo tante cittadi belle,
Avete mai veduto il mio Cavalcaselle?
Madama. Dove diavolo è?
Possidaria.   È un paese, padrona,
Delizioso, bellissimo, sulla via di Verona,
In cui ci si sta bene col freddo e con il caldo,
In cui si sente l’aria spirar di Montebaldo.
Madama. È una villa.
Possidaria.   Una villa? é un luogo nobilissimo.
Madama. Me ne ricordo adesso. Ha un pozzo profondissimo.
Possidaria. È vero, è cosa rara...
Madama.   Un uom che aveva meco.
Sentir in questo pozzo un dì mi fece l’eco.