Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/74

68 ATTO TERZO
Madama. Via, da bravo.

Nardo.   Son lesto.
Madama.   Il Conte non vien più.
Andatelo a chiamare. (a don Alessandro)
Alessandro.   Corro. (parte)
Madama.   Vacci ancor tu.
Nardo. (Con questo vacci, vacci, or gli risponderei).
Madama. Affè, sono più lesti i servitori miei.
Li pago bene, è vero; ma fan quel che gli tocca;
E sanno quel ch’io voglio, prima che apra la bocca.
Conte. Son qui, che comandate?
Madama.   Il cuoco non vien mai.
Conte. Che bagnava la zuppa or ora lo lasciai.
Madama. Don Alessandro?
Conte.   È seco, che sta sollecitando.
Verrà ancor lui, signora, verrà co’ piatti.
Madama.   E quando?
Conte. Eccoli.
Madama.   Via, spicciatevi1.
Alessandro.   Ho io sollecitato?
Nardo. (Mette in tavola la zuppa e un piatto con un pollastro.)
Madama. Il cuoco nobilissimo venir non s’è degnato?
Conte. Lavora per la cena.
Alessandro.   Fa bellissimi piatti.
Madama. Questa zuppa per altro è buona per i gatti.
Non ne voglio.
Conte.   Mangiate quel pollo accomodato.
Madama. Nel capo ha delle penne, e sa di riscaldato.
Nardo. Per far presto, signora.
Madama.   Trinciate questo pollo.
Badate che ha de’ peli, non gli toccate il collo.
Alessandro. Cercherò di servirvi.
Madama.   Tanto vi vuole?

  1. Pilteri: spicciatemi