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IL CAVALIER GIOCONDO 61


SCENA VII.

Nardo e detti.

Nardo. Signori, un pellegrino fa forza per entrare.

Marianna. Chi è? che vuol costui?
Nardo.   Non so; so che il padrone
Se lo ha alloggiato in casa, e n’ha buona opinione.
Per me tai pellegrini li prendo per birbanti.
Marchese. Sentiam che cosa vuole.
Marianna.   Fatel venire avanti.
Nardo. Costor dai loro viaggi ricavano buon frutto:
Acquistano coraggio, e cacciansi per tutto. (parte)

SCENA VIII.

Il Marchese, donna Marianna, poi Gianfranco.

Marianna. Che mai vorrà?

Marchese.   Vedremo.
Marianna.   Mi presagisce il cuore
Qualche novella trista.
Marchese.   Questo è un vano timore.
Gianfranco. Riverente m’inchino.
Marchese.   Oh signor, vi saluto.
Marianna. Lo conoscete voi?
Marchese.   Più volte l’ho veduto:
In Roma ed in Venezia, a Napoli, a Turino.
Egli, donna Marianna, è un perfetto indovino.
Gianfranco. Bontà vostra, signore; son uno a cui ha dato
Qualche talento il cielo, qualche buon lume il fato:
L’astrologia ch’io vanto, pochissimo è fondata,
Ma l’ho nell’alma impressa con una forza innata.
Spigner talor mi sento a dir, non so da chi:
Non so perchè m’intesi a strascinar fin qui.
Perdono vi domando all’umile mio zelo;
Credo che qualche cosa voglia svelarvi il cielo.
Marianna. (Che sia qualche impostore?) (piano al Marchese)