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50 ATTO SECONDO
Strano sarà per tutto lo stil di quella dama,

Che passa per franchezza, che bizzarria si chiama.
Con pena da per tutto si soffre l’ardimento.
S’ella con voi qui resta, io non ci sto un momento.
(parie)

SCENA X.

Il Marchese, Madama Possidaria, il Cavalier Giocondo.

Cavaliere. Donna Marianna, è vero, ha più di me viaggiato,

Ma io son più di lei del vivere informato.
E quello che da lei si crede petulanza,
So certo, so certissimo, esser l’ultima usanza;
E so che non si stima, e so che non s’apprezza.
Se non chi fa valere lo spirto e l’arditezza.
A Modona, a Ferrara, per tutto ove son stato,
Sull’alpi di Fiorenza ancor dove son nato,
Sentito ho per proverbio, ed ho veduto in prova.
Che la franchezza piace, che l’insolenza giova.
Possidaria. Giacchè così m’insegna, signor consorte mio.
Proverò in avvenire far l’insolente anch’io.
Marchese. Partono tutti, e lasciano qua solo il forestiere.
In queste belle scene io ho tutto il mio piacere.
Questo, de’ viaggi miei, è questo il maggior frutto:
Pratico, vedo, ascolto, fo osservazione a tutto;
E il bene e il mal raccolto qua e là dal vario sesso,
Servemi per formare la lezione a me stesso.
In questa union de’ pazzi, non so se esente sia
Del ramo universale ancor la testa mia.
Par che donna Marianna mi vada un po’ a fagiuolo;
Ma troppo mi dispiace quel discolo figliuolo.
Basta, sperar io voglio, volendo far il matto,
Non esserlo in mio danno, non impazzire affatto.

Fine dell’Atto Secondo.