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Resterebbe da vedere quali elementi tradizionali del teatro assuma e trasformi l’autore nelle Donne de casa soa, ma basterà un cenno. Che il Dottor veneziano avesse letto la Moglie in calzoni del Nelli, recitata fin dal 1727 e stampata dal ’31, si potrebbe quasi giurare, ma che importa, se il Nelli stesso risali a sua volta sino a Molière (A. Moretti, J. A. Nelli, in Rassegna Naz., XII, vol. 51, 1 febbr. 1890, p. 421; E. Maddalena, La Serva amorosa del G., estr. dalla Rivista Dalmat., I, fasc. 5, genn. 1900; P. Toldo, L’oeuvre de Molière etc, Turin, 1910, p. 335), e se sior’Anzola e sior Gasparo non somigliano a Ciprigna e Bonario più che a Filaminta e Crisaldo? Solo accanto al commediografo senese ricorderemo anche il Fagiuoli (Il Marito alla moda) e Gorini Corio (il Frippon francese colla dama alla moda), per mostrare come certe floscie figure di uomini a noi note, in grazia del teatro goldoniano, a Venezia, nel bel mezzo del settecento, appartenessero già da molti decenni alla commedia letteraria (G. Ortolani, Settecento, Ven., 1905..., pp. 365-6 e passim) e, bisogna aggiungere, al teatro musicale italiano. Meglio additeremo agli storici un altro ritratto nella galleria infinita dei cavalieri serventi, sior Benetto, colto nel seno della minor borghesia: il quale però confondesi coi buoni compari di tutti i tempi. Ma basti ormai di questa commedia, che, ove si indulgesse a qualche scena prolissa, potrebbe forse più dei Pettegolezzi e delle Massere piacer anche oggi sulle scene: certo ne è men difficile la rappresentazione.
La famiglia dei Correr, o Corraro, dicesi migrata da Torcello a Rialto fin dal sec. IX, e appartiene alla più antica nobiltà veneziana (v., fra gli altri, Tassini, Curiosità veneziane). Nel sec. XV potè vantare un vescovo, due cardinali (l’uno è l’umanista Gregorio, m. nel 1464) e un papa, Gregorio XII (v., per es., il Nuovo Dizion. Istor., Bassano, t. IV, 1796). Un altro Correr, Antonio Francesco, diventò patriarca di Venezia nel 1734. Dal ramo che abitava a S. Zuan Degolà (S. Gio. Decollato) nacque nel 1750 quel Teodoro che lasciò alla patria, morendo nel 1830, il suo mirabile Museo. — Il senatore e cavaliere Pietro, a cui sono dedicate le Donne de c. s., nacque nella contrada di S. Fosca ai 18 giugno 1707 (da Giovanni e da Elena Landò), sposò nel ’33 la N. D. Mana Querini, fu ambasciatore a Vienna fino al 57, poi a Roma fino al ’61, quindi bailo a Costantinopoli; e morì ai 4 sett. del 1768 (vedasi la Storia ms. ed alberi della Famiglia Correr, cod. Correr 1465: gentile comunicazione del dr. Picciotti Bratti). Il Goldoni gli indirizzò ancora un capitolo nel 1761, per la professione in S. Lorenzo della figlia Maria (v. pure Componimenti diversi, t. I).
Le Donne de casa soa furono impresse la prima volta a Venezia nel t. V dell’ed. Pitteri, che uscì nel nov. del 1758. e poi a Bologna (Corciolani, 1758), a Torino (Guibert e Orgeas VIII, 76), di nuovo a Venezia (Savioli IV, 73; Zatta cl. 3.a, IX, ’93). a Lucca (Bonsignori XXVI, "91), a Livorno (Masi XXX, ’93) e forse altrove nel Settecento. Non si trovano nell’ed. Pasquali. - La presente ristampa seguì con più fedeltà il testo dell’ed. Pitteri, curato dall’autore. Valgano, per la grafia e per il resto, le precedenti avvertenze (vol. II, p. 406). Le note a piè di pagina segnate con lettera alfabetica appartengono al commediografo, quelle con cifra al compilatore di questa edizione.
Fine del dodicesimo volume.