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IL CAVALIER GIOCONDO 47


SCENA VIII.

Madama Possidaria vestita in gala, e detti.

Possidaria. Serva sua riverente. (a don Alessandro)

Alessandro.   Con tutto il mio rispetto.
Possidaria. Vi son serva divota. (a madama Bignè, inchinandosi molto)
Madama.   M’inchino al suo cospetto.
(caricandola)
Possidaria. Cavalier, vi saluto. (al Cavalier Giocondo)
Cavaliere.   Madama nostra moglie.
Possidaria. Perdonate, se tardi venni in coteste soglie.
In oggi alla francese si tratta sanfassone;
Fra amiche confidenti non vi vuol soggezione.
Madama. Sì, amicissima cara. Siate la benvenuta;
Anch’io vi ho sempre amata, benchè mai conosciuta.
Possidaria. Seda1 chi vuol sedere, e chi non vuol, si stia.
Alessandro. Madama è gentilissima.
Cavaliere.   Ella è scolara mia.
Madama. Una parola in grazia. (a madama Possidaria)
Possidaria.   Io so le buone usanze:
Dite che tutti sentano. Non facciamo increanze.
Madama. Con tutta civiltà. Se non volete darla
Un po’ di cioccolata, io manderò a comprarla.
Possidaria. Dica, signor marito...
Cavaliere.   S’aspetta... Eccoli qua.
Presto, la cioccolata. Ora si beverà.

SCENA IX.

Donna Marianna, il MARCHESE, il Conte e detti.

Marianna. Eccomi a voi. Son serva.

Possidaria.   Finitela, signora.
Si manda, si rimanda, e non venite ancora?
Marianna. Perdonate.

  1. Così tutte le edizioni.