Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/49


IL CAVALIER GIOCONDO 43
So viaggiare ancor io, da voi scapperò via.

Pratica tutto il mondo, pratica i servitori.
Della virtude in vece, s’imbeve degli errori.
Degli usi e dei costumi tenero apprende il peggio.
Pria di viaggiare, i figli si mettono in colleggio;
E apprese le bell’arti e delle scienze il fondo,
Si mandano con frutto a praticare il mondo.
Marianna. Ci penserò, ma intanto, che dite voi, signore,
Di quei che in noi sospettano qualche nascente amore?
Marchese. Non so che dir, signora.
Marianna.   Convien dir che da voi
Abbia raccolti il mondo questi giudizi suoi.
Marchese. Motivo a rei sospetti non porgono i miei pari.
Marianna. Non sarebbero alfine giudizi temerari.
Liberi siamo entrambi. Io son nobile nata...

SCENA V.

Nardo e detti.

Nardo. l’aspettano, signori, a ber la cioccolata. (parie)

Marianna. Andiam, signor Marchese.
Marchese.   Verrò dappoi.
Marianna.   Perchè?
Vi vergognate forse di venire con me?
Marchese. Per voi, signora mia, v’è noto il mio rispetto;
Ma non si dia motivo di dir quel che fu detto.
Marianna. Eh Marchesino, invano al destin si fa guerra.
Quel che è scritto nel cielo, dee succedere in terra.
Marchese. Certo non sarà scritto ch’io sia sì cieco e pazzo
Di sposar una donna con un sì buon ragazzo.