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416 | ATTO SECONDO |
Anselmo. Prima di escire di questa casa, pacificatevi fra di voi; trattatevi con amore; e fatemi sperare che l’esempio nostro vi faccia un po’ più conoscere i doveri dello stato coniugale, e della vita onesta e civile.
Angiola. Caro marito, imparate dal signor Anselmo, dal signor Fabrizio.
Raimondo. Cercate voi d’imitare la signora Costanza.
Anselmo. A voi, cari, non ci sarà bisogno d’insinuare... (a Costanza e Fabrizio)
Costanza. Caro marito, compatitemi.
Fabrizio. Consorte mia, vi domando perdono, (s’abbracciano piangendo)
Anselmo. Fate lo stesso voi altri ancora. (ad Angiola e Raimondo)
Raimondo. Prendete, sposa, un abbraccio. (ad Angiola)
Angiola. Sì, marito; con tutto il cuore. (Son tanti mesi che non è passato fra noi un simile complimento). (da sè)
Anselmo. Oimè! non posso più. A desinare. Chi è di là?
SCENA ULTIMA.
Nardo e Lisetta subito, da due portiere.
Lisetta. | Signore. | |
Nardo. |
Anselmo. Ah disgraziati, dietro la portiera, eh? Moderate la vostra curiosità, altrimenti sarete cacciati via.
Lisetta. Mai più, signore.
Nardo. Mai più.
Anselmo. Andate in pace voi altri, che il cielo ve la conceda. (ad Angiola e Raimondo) E noi andiamoci a reficiare più colla quiete d’animo che col cibo. Andiamoci a consolare coi cari nostri figliuoli.
Costanza. Sia ringraziato il cielo, che tanto bene ci dona. Parmi esser rinata; torno da morte a vita. E voi, spettatori, fate plauso al buon esempio che vi si porge con una Buona Famiglia.
Fine della Commedia.