Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
LA BUONA FAMIGLIA | 409 |
SCENA XIV.
Anselmo e Costanza.
Anselmo. Fatemi il piacere, consegnate a me quei pendenti e quell’anello che vi ha dato la signor’Angiola.
Costanza. Subito, signore, li vado a prendere. Voleva darli a mio marito, e non li ha voluti.
Anselmo. Recateli a me, e non pensate altro.
Costanza. (Va prender le gioje.)
Anselmo. Ma! gli animi delicati si conturbano per poco. L’irascibile è un appetito che, o molto o poco, da tutti gli uomini si fa sentire. Mi ricordo ancora aver letto che undici sono le passioni che si attribuiscono all’anima: sei appartenenti alla parte concupiscibile, e cinque all’irascibile, le quali sono... se la memoria non mi tradisce, la collera, l’ardire, il timore, la speranza, la disperazione. E quelle della concupiscibile quali sono? Mi pare... sì, queste sono: il piacere, il dolore, il desiderio, l’avversione, l’amore e l’odio. Grazie al cielo, in quest’età posso gloriarmi della mia memoria; e che cosa mi ha condotto ad una buona vecchiaia? Il non dar retta a questi appetiti; io studio di moderare queste tali passioni; poca1 irascibile, e quasi niente, quasi niente di concupiscibile.
Costanza. Ecco le gioje, signore.
Anselmo. Non dubitate, che l’animo mi dice che tutto anderà bene, e che con vostro marito tornerete ad essere quella che foste il primo dì che vi prese.
Costanza. Sarebbe poco, se non ci amassimo per l’avvenire se non coll’amore del primo giorno. Noi allora appena ci conoscevamo, e l’amor nostro era più una virtuosa obbedienza, che una tenera inclinazione. Andò crescendo l’affetto nostro di giorno in giorno. Conoscendoci bene, ci credemmo degni d’amore, e questi era giunto2 al sommo della contentezza. Ma il cielo non vuol felici in terra; e quando le cose umane