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LA BUONA FAMIGLIA 403

vate impacciarvi con gente cattiva. Portano costoro la peste col fiato dove essi vanno. Andiamo a desinare, che ormai non mi posso reggere in piedi. Vi prego, a tavola dissimulate, sospendete ogni dubbio fin ch’io le parli; vedrete che la cosa sarà come dico io...

Fabrizio. Chi viene?

Anselmo. Nardo forse.

Fabrizio. Altro che Nardo! il signor Raimondo? Che stato sia da mia moglie?

Anselmo. Pensate se vostra moglie vuol ricevere il signor Raimondo. Non ve lo sognate nemmeno.

Fabrizio. Lo sapremo ora.

SCENA VII.

Raimondo e detti.

Raimondo. Servo di lor signori.

Fabrizio. Che cosa avete da comandarmi, signore?

Raimondo. Niente, per ora, se non che dirvi che potevate risparmiare di svelar altrui la confidenza da me fattavi delle gioje.

Fabrizio. Io so di non averlo detto a nessuno.

Raimondo. L’avete detto alla vostra moglie. Ella me l’ha confessato ora colla sua bocca. Manco male che eravamo soli, e che nessuno l’ha intesa. Si vede, compatitemi, che ella ha più prudenza di voi: non è capace ella di far sapere altrui gli interessi che passano fra di noi. Basta; custodite le gioje. Verrò a riprenderle uno di questi giorni. Vi riverisco. (parte) (Fabrizio ed Anselmo rimangono un qualche tempo guardandosi, senza parlare; poi Fabrizio parte agitato, senza dir niente, ed Anselmo lo seguita.)

SCENA VIII.

Nardo e Lisetta che s’incontrano.

Lisetta. Nardo, ho saputo ogni cosa.

Nardo. Anch’io tutto.

Lisetta. Ho tanto fatto, che ho voluto sapere.

Nardo. E io, quando mi metto in campo di voler sapere, so certo.