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382 | ATTO SECONDO |
Anselmo. Che bella docilità! Cielo, ti ringrazio. Ma questi compagni alla scuola... Voglio andare or ora per l’appunto dal maestro suo, a dirgli che vi badi un poco. Se uno scolare gli ha dato la canzone con innocenza, un altro gliela può spiegar con malizia. Sempre pericoli in questo mondo, sempre pericoli. (parte)
SCENA VIII.
Lisetta e Nardo.
Nardo. Non sapete niente voi, che cosa sia accaduto fra il padrone e la padrona?
Lisetta. No certo, non so niente io.
Nardo. Son curiosissimo di saperlo.
Lisetta. Vedete? Questa curiosità non istà bene. Avrete sentito dir cento volte, che i curiosi sono in odio delle persone: e se lo sapranno i padroni, vi perderanno l’amore.
Nardo. Non cercherò altro dunque. Mi dispiace, che non li vedo allegri secondo il solito.
Lisetta. Vi pare che sieno adirati?
Nardo. Almeno lo erano, se non lo sono.
Lisetta. Avete sentito niente di quel che dicevano?
Nardo. Sono arrivato che c’era il vecchio; ma prima avevano taroccato, ero nell’altra camera, e qualche cosa ho sentito.
Lisetta. Che cosa avete sentito? Ditemelo, caro Nardo.
Nardo. Quando sono entrato io, avevano ancora le lagrime agli occhi.
Lisetta. Qualche gran cosa convien dir ci sia stata.
Nardo. Non si guardavano nemmeno.
Lisetta. E il vecchio, che cosa diceva? Dalle parole del vecchio si potrebbe venire in cognizione di qualche cosa.
Nardo. Non mi ricordo bene che cosa dicesse.
Lisetta. Pensateci un po’, se vi sovvenisse qualche parola.
Nardo. Ma non dite voi, che i curiosi sono in odio delle persone?
Lisetta. La cosa sta qui fra noi. Essi non l’hanno a sapere.