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LA BUONA FAMIGLIA 369


Costanza. Vi ha confidato ogni cosa dunque?

Fabrizio. Pur troppo mi ha fatto egli la dolorosa leggenda.

Costanza. Lo stesso ha fatto con me sua moglie. Che vuol dire, vanno d’accordo se non altro in questo, nel dire i fatti suoi a chi non li vuol sapere.

Fabrizio. (È molto, per altro, che la signor’Angiola dica da sè i suoi difetti. Questi è un principio buono). (da sè)

Costanza. Ho sentito delle gran cose.

Fabrizio. Ma non bisogna parlarne.

Costanza. Oh, non v’è dubbio. Dirò come dite voi: farle del bene, se si può; ma non intricarsi.

Fabrizio. Certo il bisogno fa fare delle gran cose.

Costanza. Vi ha detto il signor Raimondo lo stato di casa sua?

Fabrizio. Sì, me l’ha confidato.

Costanza. Anche a me la signor’Angiola. Convien dire, che si sieno accordati nella massima per provvedere al bisogno.

Fabrizio. Quando s’aniva a intaccar le gioje, è segno che la necessità stringe i panni addosso davvero.

Costanza. Vi ha detto anche delle gioje dunque?

Fabrizio. Si è trovato in necessità di dirmelo.

Costanza. E la signor’Angiola mi diceva, che non voleva che si sapesse.

Fabrizio. Per me sono certi che non lo dico a nessuno.

Costanza. Nemmen io certamente.

Fabrizio. Le gioje staranno lì, fin che verranno a riprenderle.

Costanza. Sono sicuri che saranno ben custodite.

Fabrizio. Con dugento scudi potranno rimediare a qualche loro maggior premura.

Costanza. No dugento scudi; cento solamente1.

Fabrizio. V’ha detto forse cento la signor’Angiola?

Costanza. Sì, mi disse che tale era il di lei bisogno.

Fabrizio. E il signor Raimondo, che sa più lo stato delle cose sue, m’ha detto dugento.

  1. Guibert-Orgeas e Zatta: No duecento, cento solamente.