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354 | ATTO PRIMO |
SCENA X.
Costanza, Isabella, Fabrizio.
Fabrizio. Vi occorre niente? (a Costanza)
Costanza. Niente, per ora.
Fabrizio. Cecchino sta bene?
Costanza. Benissimo. È ito alla scuola.
Fabrizio. Ho parlato col suo maestro. Si contenta molto di lui. Spero che ci voglia dare consolazione.
Costanza. Lo faccia il cielo per sua bontà.
Fabrizio. Dal canto mio non mancherò certo di dargli tutti gli aiuti possibili.
Isabella. Perchè non fa insegnare anche a me, signor padre, che imparerei tanto volentieri le lettere?
Fabrizio. Figliuola mia, le lettere non sono per voi. Non dico già che non aveste ingegno atto ad apprenderle, che so benissimo altre vedenti donne averle egregiamente apprese; ma le cure devono essere distribuite. La briga della casa non è poca briga, sapete? e le donne vi si adattano meglio; e voi, o qui o altrove, avrete bisogno d’essere istruita in ciò più che in altro; e i lavori di mano che fate voi altre donne, sono utili alla famiglia quanto le arti che proprie sono dell’uomo. Contentatevi di far quello che a voi si destina, e più del talento fate conto della bontà di cuore. Imitate la madre vostra e sarete certa di riuscir bene. (parte)
SCENA XI.
Costanza e Isabella.
Isabella. Non vorrei se ne avesse avuto a male il signor padre, perchè ho detto così.
Costanza. No, no, figliuola, non è puntiglioso vostro padre. Non sentite ch’egli anzi vi loda? Ma vi consiglia a quello che crede meglio per voi.